Il Diversity Management

Tra le situazioni discriminatorie che caratterizzano le cittadinanze LGBT, degne di nota sono quelle che si registrano in ambito lavorativo. Il Diversity Management, una politica di gestione delle risorse umane di derivazione statunitense, che trova una sempre maggiore diffusione nell’Unione Europea, si propone come strategia aziendale per la cultura della diversità, intendendo per diversità il genere, la disabilità, la multiculturalità e l’orientamento sessuale e nasce con l’intento di creare una maggiore inclusione di tutti gli individui all’interno del settore formale e informale delle aziende, puntando sulla “differenza come valore” (Cimaglia, Cocozza, 2011).

La valorizzazione delle diverse necessità, bisogni e aspettative dei lavoratori, è utilizzata per giungere alla massima efficacia delle performances aziendali; ciò va di pari passo con il cambiamento culturale, che rappresenta l’elemento chiave per l’implementazione di tali politiche. Molte aziende hanno adottato politiche di DM in relazione all’orientamento sessuale, apprezzando i vantaggi della forza lavoro LGBT: hanno ad esempio accostato il proprio brand alla bandiera arcobaleno, sostenuto le battaglie della popolazione LGBT e dichiarato di voler superare qualsiasi barriera per garantire l’inclusione lavorativa di tutti i soggetti (Corbisiero, 2013). La multinazionale pioneristica in questo ambito è stata l’IBM (International Business Machines Corporation), la quale ha posto al centro della sua strategia la diversità.

 

 

 

 

 

Riferimenti bibliografici

Cimaglia M. C., Cocozza A. (a cura di), Il Diversity Management. La gestione delle differenze negli ambienti di lavoro, Franco Angeli, Milano, 2011.

Corbisiero F., Lavorare come un gay. L’orientamento sessuale nelle politiche aziendali di Diversity Managment, in Rinaldi C. (a cura di), La violenza normalizzata. Omofobie e transfobie negli scenari contemporanei, Kaplan, 2013.