Rapporto Ilga-Europe 2015: i crimini d'odio e d'incitamento all'odio contro LGBTI

Una sezione del rapporto annuale Ilga-Europa 2015, che misura il livello di inclusione nei paesi europei (comunitari e non) delle persone LGBTI è dedicata ai crimini di odio e all' incitamento dello stesso. Nei prossimi giorni sul sito dell'OsservatorioLGBT saranno pubblicati articoli che esporranno il rapporto Ilga-Europe 2015 nelle sue varie sezioni. Iniziamo con la parte dedicata ai crimini di odio e all'incitamento all'odio contro le persone LGBTI.

Si intende per crimini di odio i reati contro persone individuate in base alla loro reale o percepita appartenenza ad un gruppo. L’espressione incitamento all’odio si riferisce, invece, a espressioni pubbliche che promuovono e giustificano discriminazioni verso un determinato gruppo di persone. I crimini di odio e l’incitamento allo stesso nei confronti della popolazione LGBT, in Europa, sono ancora molto diffusi, infatti secondo l’indagine condotta nel 2012 dall’istituto FRA (European Union Agency Fundamental Rights)  più di 1 persona su 4 ha subito violenza fisica/sessuale o minacce, negli ultimi 5 anni, a causa del proprio orientamento sessuale o identità di genere. L’Ilga-Europa svolge una funzione di monitoraggio nel verificare come gli Stati europei attuino politiche che contrastano tali crimini, dato che non in tutti i Paesi Europei vigono leggi contro l’omo-transfobia.

Facendo un confronto tra i dati presentati nel 2014 e quelli presentati nel 2015, la situazione in Europa è migliorata di poco. La prima cosa che viene registrata è che l’Italia non presenta alcuna legge o politica contro i crimini di odio (in riferimento sia all’orientamento sessuale che all’identità di genere), né una legge specifica che tuteli l’intersessualità. In questo anno quindi il nostro Paese non ha fatto nessun passo in avanti nella tutela delle persone LGBTI.

Nello specifico ben 14 Paesi, compreso l‘Italia, confermano, nel 2015, la totale assenza di qualsiasi tutela contro i reati a sfondo omo-transfobico. Tra questi paesi figurano la Turchia – di cui il Consiglio d’Europa ne ha evidenziato gli alti livelli di omicidi delle persone LGBTI – la Russia – a cui il Comitato PACE chiede alle autorità di porre fine alla campagna di stigmatizzazione contro le persone omosessuali, bisessuali e transessuali,  in quanto fonte di violenza e discriminazione -  e la Moldavia, in cui, nel mese di novembre 2014, è stato condannato un violento attacco ad un ufficio per i diritti delle persone LGBT.

Tra i Paesi che hanno registrato un miglioramento nell’ultimo anno figurano:  il Lussemburgo, che da "nessuna tutela" degli anni scorsi ha inserito nel proprio ordinamento ben 2 dimensioni (leggi contro crimini di odio e incitamento dello stesso, prendendo come fattore discriminante l’orientamento sessuale e non l’identità di genere) e la Grecia che nel 2015 ha introdotto delle leggi contro le discriminazioni imputabili all’identità di genere, mentre nel 2014 vigevano solo leggi contro i crimini legati all’orientamento sessuale. Nello specifico il Parlamento greco ha approvato un disegno di legge che prevede un aumento delle sanzioni per l’incitamento all’odio che tra le altre cause riguarda anche l’orientamento sessuale e l’identità di genere. In questo scenario però, non è prevista, ancora, alcuna legge che tuteli le persone intersex. In Gran Bretagna, invece, nel 2015 sono state emanate leggi nazionali contro i crimini basati sull’incitamento all’odio imputabile all’orientamento sessuale, cosa che nel 2014 era applicata soltanto in alcune regioni del Paese.

La dimensione che presenta le maggiori problematiche è quella legata all' intersessualità. Rispetto a questo specifico fattore di rischio l’Europa è completamente scoperta, se ne registra infatti la quasi totale assenza normativa. L’unico Paese in cui viene individuato come fattore di rischio è la Gran Bretagna, ma ciò non avviene a livello nazionale, ma soltanto in alcune Regioni.

I Pesi, invece, che registrano una maggiore protezione contro l’omo-transfobia sono, nel 2015, il Belgio e la Francia.

Per maggiori informazioni consultare il sito: http://www.ilga-europe.org/