A Foggia il convegno «Orientamento sessuale e identità di genere nei luoghi di lavoro»

Si è svolto presso l'Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Foggia, lo scorso giovedì 14 aprile 2016, il convegno "Orientamento sessuale e identità di genere nei luoghi di lavoro fra pregiudizi, discriminazioni e diritti". Organizzato dal CUG dell'Università di Foggia (Comitato Unico di Garanzia per le Pari Opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni), ha visto giuristi, sindacalisti e rappresentanti istituzionali confrontarsi sulle questioni del lavoro e delle persone lgbt. Per l'Osservatorio LGBT era presente Carmine Urciuoli, che ha presentato una breve rassegna degli studi su lavoro e persone lgbt evidenziando l'assenza di ricerche sociali su lavoro e persone lgbt nel mezzogiorno, nel quadro più generale di disattenzione a questi temi da parte degli enti istituzionali di ricerca statistica

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Diversi sui media

E' stato pubblicato sul numero del mensile Pride di aprile l'articolo "Diversi sui media", firmato da Carmine Urciuoli, Coordinatore della comunicazione dell'Osservatorio LGBT. L'articolo annuncia l'apertura delle votazioni pubbliche per i Diversity Media Awards 2016 (alla pagina http://www.diversitylab.it/sito/votazioni/), che saranno conferiti il 23 maggio a Milano e riporta sinteticamente i risultati delle ricerche effettuate:

«Se consideriamo i dati dell’ultimo anno, nel primo semestre 2015 sono state trasmesse 142 notizie a tema LGBT, con picchi a marzo (con la polemica tra Elton John e gli stilisti Dolce&Gabbana), maggio (per la giornata internazionale contro omofobia e transfobia); giugno (Onda pride a Roma, Milano e molte altre città). Riguardo ai temi affrontati, unioni civili e matrimonio coprono quasi un terzo dell’agenda LGBT (28,9%), seguite da discriminazione (24%) ed eventi di cronaca nera (13,9%). La maggior parte delle notizie ha una fonte politica (25,4%), e riferisce quindi dibattiti, posizioni, decisioni politiche su temi LGBT in Italia e all’estero. Seguono fonti giuridiche (es. sentenze) con il 19,2%. Anche la società civile (eventi come il pride) con il 16,3% ha un peso rilevante, così come la cronaca nera (17,5%).

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No identification with sterilisation! L’identità di genere non passa dalla sterilizzazione

Parlare di diritti degli individui spesso significa imbattersi e fare i conti con situazioni incresciose che denotano chiare lesioni della dignità umana. In questo caso vittime di sopruso risultano essere le persone transgender, alle quali viene negato il riconoscimento dell’ identità di genere senza l’accettazione di un gravoso ed illegittimo obbligo. La mappa di fianco, frutto di un’indagine effettuata nel 2015 da Transgender Europe edILGA- Europe, illustra con chiarezza che 23 Paesi europei pongono la sterilizzazione quale requisito necessario per il  riconoscimento dell’identità di genere. In questa triste lista, tra gli altri, figurano Russia, Azerbaijan, Georgia, Turchia, Bulgaria, Romania, Ucraina e, purtroppo, anche l’Italia. Se non ci si meraviglia di trovare Paesi quali, ad esempio, la Russia, che non si sono distinti per avere intrapreso ed attuato politiche a favore del riconoscimento e dell’inclusione della popolazione LGBT stupisce, invece, la presenza di Paesi quali Finlandia, Norvegia e Belgio, considerati all’avanguardia in materia di diritti. Risultano ancora pochi, i Paesi nei quali non vige l’obbligo di tale pratica. Un vivace blu simbolo di dignità e diritti colora, tra gli altri, il Portogallo, la Spagna, l’Inghilterra, la Germania, la Polonia e persino un’inedita Bielorussia.

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