Report sull’omotransfobia: denunciare per combattere l’intolleranza

L’omofobia rappresenta ancora una piaga che infetta la realtà italiana? In un periodo così importante e caldo, che culminerà con l’approdo alla Camera del disegno di legge Cirinnà, è necessario fermarsi e dare uno sguardo alla situazione. Il report sull’omotransfobia eseguito da Massimo Battaglio per Arcigay e svolto per il Ministero delle Politiche Sociali mostra i dati dal 2013 al 2015 e restituisce un quadro generale della situazione. La discriminazione si manifesta attraverso aggressioni, omicidi, episodi di stalking, minacce e intimidazioni: un ventaglio ampio quanto amaro. Dai dati emerge che nel 2015 sono state 93 le vittime di episodi di omofobia in Italia: 36 si trovavano da sole e 28 in gruppo. 23 hanno subito pesanti intimidazioni o addirittura minacce di morte, 4 sono stati gli omicidi, 2 i suicidi ed 1 il tentativo di suicidio. I dati, nondimeno, non tengono conto di tutti coloro i quali, forse spaventati da un potenziale stigma, non hanno denunciato gli episodi di omofobia e violenza che li hanno visti vittime.

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Convegno del progetto Star's Nails. Per una piena inclusione delle persone transgender

Il 10 Marzo presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Napoli Federico II (Aula T3 piano terra), in conclusione del progetto "Star's Nails: arte, formazione e inclusione" si terrà il convegno dedicato alla presentazione dei risultati del progetto di formazione e al dibattito sul futuro delle politiche di inclusione occupazionale per le cittadine e i cittadini LGBT.

L’invito è esteso a tutti gli studenti e cittadini che vogliono approfondire i temi relativi alle discriminazioni nel mondo del lavoro e alle strategie d'intervento e contrasto.

Oltre a esperti ed esponenti delle istituzioni locali, verranno presentate anche le testimonianze delle ragazze che hanno preso parte al percorso formativo e che ora si approntano ad entrare nel mercato del lavoro.

Il progetto, finanziato dal Comune di Napoli per gli interventi dedicati alle pari opportunità, è stato promosso e coordinato da Arcigay Napoli Antinoo. Ha avuto come partner la Scuola di Formazione CISEP Nynphea (che ha seguito tutto il percorso delle allieve per accompagnarle nel mondo dell’estetica), l’ATN-Associazione Transessuale Napoli (che ha offerto consulenza e supporto alle sei ragazze) e l’Osservatorio LGBT del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Napoli Federico II (che si è occupato dell’analisi dei dati e della comunicazione).

L’appuntamento è quindi per il 10 Marzo alle 16.00 presso l'aula T3 del Dipartimento di Scienze Sociali in Vico Monte della Pietà 1, Napoli.

 

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Quando i colori accendono l'amore: Fabio Canino presenta la Rainbow Republic

Una Grecia che si tinge dei colori dell’arcobaleno. Ridotta al collasso dalla crisi economica viene risollevata e letteralmente portata a nuova vita dalla comunità LGBT che ne fa la propria terra. Da questa premessa si dipana la storia della Rainbow Republic, immaginata da Fabio Canino, che dà il titolo al suo nuovo libro. Una Repubblica fondata sulla Pink Economy, su propri Ministeri (come quello delle Icone) e nella quale sono incluse le realtà più diverse. Passeggiando per le strade della Rainbow Republic cisi potrà imbattere, ad esempio, in due ragazzi che si scambiano un bacio appassionato, in una bambina che tiene per mano le sue due mamme, in una drag queen che cammina con fare da diva ed anche in una delle famiglie definite “tradizionali”: realtà che convivono pacificamente assieme sapendo di godere degli stessi diritti.Protagonista del romanzo è il giornalista eterosessuale Ulisse Amedei che, insieme alla bella Khloe, è stato incaricato di raccontare per filo e per segno alla Repubblica Italo- Vaticana quanto succede nella nuova Repubblica.

L’Osservatorio LGBT ha partecipato alla presentazione del libro, svoltasi al Teatro Diana il 1 Marzo, ed ha poi incontrato Fabio Canino, autore del libro. La presentazione è stata moderata dalla giornalista Simonetta de Chiara Ruffo ed ha visto la partecipazione dell’assessora regionale alla Formazione e Pari Opportunità Chiara Marciani, del presidente dell’Arcigay Napoli Antinoo Antonello Sannino e dell’attore Alessio Chiodini.La presentazione di Rainbow Republic ha poi aperto la strada anche al dibattito su argomenti d’attualità come la legge Cirinnà e la maternità surrogata, quest’ultima collegata soprattutto alle recenti vicende che hanno visto protagonista il politico Nichi Vendola.

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"Figli di uno Stato minore". Speciale adozioni

In questo momento di gran fermento istituzionale e pubblico intorno al tema stepchild adoption, ciò che balza all’occhio è un totale abbandono dell’intero istituto delle adozioni nel nostro Paese. La possibilità di divenir padri e madri accogliendo nella propria vita un figlio che, nonostante la sua tenera età, è già portatore di una storia, di una parentesi di vita spesso dolorosa ma grazie all’adozione ha l’occasione di ricominciare da capo e raccontarla in meglio; questo e null’altro è l’adozione.

Data l’importanza di questa tematica, è bene far luce sui fattori che possono aver inciso sul fenomeno adozioni, sottolineando le giuste differenze tra l’istituto dell’adozione giuridicamente normato e la stepchild adoption. La disinformazione e la strumentalizzazione politica, negli ultimi giorni, stanno fuorviando il dibattito pubblico. Infatti c’è stata, e continua a persistere, una tendenza generalizzata nel credere che l’approvazione del testo Cirinnà avrebbe condotto irreversibilmente al matrimonio e all’adozione gay. Ovviamente nulla di più falso. Nel tentativo di fare un po’ di chiarezza sul tanto dibattuto articolo 5 che norma la stepchild adoption, vediamo nello specifico le caratteristiche salienti di questo istituto. La stepchild adoption, pratica che esiste in Italia da 33 anni, letteralmente “adozione del figliastro”, è un istituto in base al quale una delle due persone può adottare il figlio naturale dell’altra, proprio come avviene nel caso dei coniugi; ciò può accadere solo previo consenso del minore se maggiore di 14 anni o raccogliendo il suo parere nel caso in cui il bambino avesse tra i 12 ed i 14 anni.

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