Speciale Cirinnà. La partita della maturità

Società e politica italiana sono stati per anni distratti, maldestri e poco attenti alla questione dei diritti delle persone omosessuali. In trent’anni della nostra storia (risale al 1986 il tentativo di discutere un primo disegno di legge sulle unioni civili su proposta di alcune parlamentari e al 2016 l’attuale discussione sul ddl Cirinnà) gli italiani non sono stati capaci di rispettare un principio costituzionale garantito a tutt* dall’articolo 2 della Costituzione. Un Paese, l’Italia, accartocciato su se stesso e appiattito sui tradizionalismi passati, contrapposizioni e manicheismi dannatamente incapace di governare un mutamento in atto: la differenziazione delle forme familiari. Ad un giorno dall’esame in Aula del disegno di legge Cirinnà (“Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze”) continua imperterrita la civiltà degli alibi, delle scuse, delle circostanze attenuanti. Il diritto alla difesa della “Famiglia” (quella con la F maiuscola) e le accuse generiche alle famiglie altre non è più un fatto destinato a un imputato singolo (il pederasta, il frocio, l’omosessuale…) ma coinvolge papà, mamme, nonne, fratelli e sorelle arcobaleno. Il popolone italiano può (ancora) permettersi, nella sua voglia naturale di linciaggio, di menare bastonate a casaccio e si soddisfa di avere, comunque, impartito giustizia ma oggi deve misurarsi con le centinaia di migliaia di coppie omosessuali e di famiglie con bambin* che abitano il nostro Paese.

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Appello promosso dal Consiglio Scientifico della Sezione “Studi di Genere” dell’Associazione Italiana di Sociologia (AIS) a favore del ddl Cirinnà

Nel rispetto della pluralità di opinione di tutt* e di confronto tra idee diverse, le sociologhe e i sociologi firmatari del presente appello ritengono che il ddl “Disciplina delle coppie di fatto e delle unioni civili”(cosiddetto ddl Cirinnà, atto del Senato italiano n. 2081) costituisca uno strumento equilibrato per la tutela giuridica e il riconoscimento sociale delle coppie di fatto e delle famiglie formate da genitori dello stesso sesso, e invitano i Senatori e i Deputati della Repubblica italiana ad esprimere il loro voto favorevole su di esso.

Negare alle coppie di fatto la possibilità di legittimare la propria unione di fronte alla legge e ai bambini e alle bambine famiglie arcobaleno la possibilità di avere due genitori, significa negare l'esistenza di famiglie già socialmente costituite.

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Amore e diritto: un binomio impossibile in Italia?

Certi dogmi sembrano destinati a lunga vita. Libertà ed uguaglianza sono delle realtà per tutti o nella società permangono ancora tacite discriminazioni? Professare ideali di libertà ed uguaglianza senza adoperarsi nella creazione delle condizioni che li rendano possibili, risulta essere una palese contraddizione. La manifestazione che si svolgerà in numerosissime piazze d’Italia il prossimo 23 Gennaio, in vista della successiva discussione in Senato del disegno di legge n. 2081 sulle Unioni Civili proposto dalla senatrice del PD Monica Cirinnà, vedrà unirsi tutti coloro i quali si battono per la parità, l’uguaglianza e la fine delle discriminazioni istituzionali basate sull’orientamento sessuale. Esemplificativa è la tesi che anima il libro “Diritto d’Amore” di Stefano Rodotà (Laterza, 2015), il quale pone in primo piano la relazione tra il diritto e l’amore e l’evoluzione che, nel tempo, ha legato queste due sfere così diverse.

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