SPECIALE INTERSEZIONALITÁ - Gay diversi, diversi gay
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- Pubblicato: Martedì, 17 Maggio 2016 19:58
- Scritto da Pietro Maturi
Lo stereotipo dell’omosessualità nell’antichità ci propone per lo più un tipo di relazione asimmetrica tra maschi adulti e maschi adolescenti, come ad esempio nel caso celebrato dell’amore tra Adriano e Antinoo. E lo stesso modello ha attraversato i millenni fino a tempi recenti, se si pensa ai giovanissimi amanti mediterranei dei grandi omosessuali nordeuropei dell’Ottocento, a volte più, a volte meno attempati, ma comunque adulti, da Byron a von Gloeden. Un altro tipo di asimmetria ha pure attraversato epoche e culture le più diverse, da quella ottomana fino agli stereotipi europei della metà del Novecento, e cioè quella della coppia formata da due uomini, grosso modo coetanei, ma con una forte polarità tra un partner virile, attivo, “normale” agli occhi del mondo eterosessuale, e uno effeminato, passivo, a volte travestito (si pensi ad esempio al cinema italiano anni Sessanta, Settanta, dal “Vizietto” in giù).
L’immagine che prevale oggi tende, al contrario, a proporre una relazione omosessuale tra uguali. Le coppie più spesso rappresentate al cinema, in televisione, nella pubblicità, sui quotidiani, sono formate da uomini di pari età e ambedue con espressione di genere maschile. Essere “omo” non significa dunque soltanto scegliere un partner dello stesso sesso, ma anche della stessa età e con simili caratteristiche fisiche, psicologiche e identitarie. L’unica polarità ammessa in questo tipo di rappresentazione è quella tra partner di diverso colore, la cosiddetta coppia “interracial”.
Tutt’intorno a questa immagine centrale, tuttavia, si aggirano altri tipi di relazione, che assecondano le più diverse inclinazioni dei singoli uomini gay, e che sfuggono al modello della simmetria, e per questo sono relegate a spazi più marginali nell’immaginario collettivo sia del mondo eterosessuale sia degli stessi gay.