Test dell'Hiv con l'8xMille alla Chiesa Valdese. Un confronto con le posizioni cattoliche

In occasione della Giornata Mondiale per la lotta all’HIV e all’AIDS, Arcigay Torino "Ottavio Mai" e Arcigay Napoli hanno messo in campo una serie di iniziative non solo per la giornata del primo dicembre, ma per tutto il mese. Dal 12 al 19 dicembre, dalle ore 17 alle 19, si svolgeranno, infatti, i corsi di formazione “Memorainbow” di NPS-Italia, rivolti ai volontari di Arcigay sui temi che riguardano la condizione delle persone che vivono con HIV.
Nelle giornate di lunedì 14, martedì 15 e mercoledì 16 dicembre, sarà possibile, inoltre, effettuare il test per l'Hiv in forma anonima e gratuita presso le sedi delle associazioni Arcigay.

Il progetto PROTest è stato ideato da Arcigay e Anddos e finanziato dall'8 per mille della Chiesa Valdese – Unione delle Chiese Metodiste Valdesi. Si tratta di un progetto di monitoraggio e mappatura dell’offerta del test HIV non soltanto nelle sedi di Torino e Napoli, ma nelle 60 città in cui Arcigay è presente. Il progetto ha la finalità di aumentare la consapevolezza sul proprio status HIV in modo gratuito, sicuro e anonimo.
Uno dei primi passi questo, che la chiesa ha compiuto verso la realtà del mondo omosessuale, ma chiesa valdese non è chiesa cattolica.
La premessa fondamentale per capire la posizione cattolica sulla sessualità umana è tener presente che la chiesa cattolica comprende se stessa come autentica e autorevole interprete non solo della "legge positiva rivelata", cioè di quelle norme morali riguardanti i fedeli della chiesa cattolica, ma anche di quei principi morali concernenti la natura umana, in quanto ogni uomo è sottoposto all'osservanza della legge naturale. L'enciclica di Paolo VI Humanae Vite (1968) ha definito la sessualità portatrice di un duplice significato: "procreativo" ed "unitivo" se uno di questi due significati non è presente, si agisce "contro" la natura dell'atto sessuale. Il legittimo esercizio della sessualità, quindi, avviene esclusivamente all'interno del matrimonio tra un uomo e una donna.
Alla luce di di queste considerazioni la chiesa cattolica ha precisato la propria posizione sull'omosessualità: il catechismo della chiesa cattolica definisce che gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati e contrari alla legge naturale, poiché precludono all'atto sessuale il dono della vita. Pertanto una persona che compie atti omosessuali agisce immoralmente per due motivi: in quanto il suo atto è compiuto con persone dello stesso sesso, è un atto contro-natura, e poiché è compiuto al di fuori del matrimonio, è moralmente grave e non persegue finalità procreative.
La Chiesa Valdese assume, in merito, una posizione alquanto differente. Qualche anno fa la Tavola Valdese ha chiesto al Corpo pastorale valdese e metodista cosa riteneva che fosse l’orientamento sessuale: il dibattito fu unanime e si ritenne che l'orientamento sessuale essendo una delle caratteristiche che costituiscono la particolarità di ogni persona (insieme al genere, al carattere etc.), concorra a definire le potenzialità ed i limiti della persona. Per la Chiesa valdese, dunque, la questione della benedizione delle unioni di fatto, omosessuali ed eterosessuali, è accettabile: laddove due persone si ritengano unite in matrimonio o in un progetto di vita comune e chiedano la benedizione di questa unione, le chiese dovrebbero accogliere la richiesta, indipendentemente dalle forme che la coppia ha scelto o ha avuto la possibilità di adottare per certificare pubblicamente il proprio matrimonio o la propria unione. Se l’origine della benedizione è in Dio, le chiese non possono accampare alcun potere su di essa, ma sono semplicemente chiamate al servizio di trasmettere tramite la loro parola umana il sì di Dio a tutta la sua creazione, senza distinzione alcuna.
Le coppie omosessuali come le coppie eterosessuali desiderano condividere la loro vita con la persona amata, a tutti i livelli, da quello spirituale, a quello materiale, da quello affettivo, a quello erotico-sessuale. Il desiderio di essere riconosciuti come coppia a livello ecclesiale e sociale, oltre a manifestare una volontà di continuità nel progetto di vita, produce l’espansione dell’amore nel mondo, al pari delle coppie eterosessuali.
Come afferma Desmond Tutu, “che un uomo ami una donna o un altro uomo, o che una donna ami un uomo o un’altra donna, a Dio sempre amore appare, e si rallegra ogni volta che riconosciamo di avere bisogno degli altri”.
Alla luce di quanto appena illustrato risultano evidenti le differenze esistenti tra gli orientamenti della Chiesa cattolica e quella valdese. La prima con ancora enormi difficoltà nel riconoscimento delle unioni dello stesso sesso; la seconda che, invece, intraprende importanti passi avanti verso, finalmente, l'uguaglianza e il riconoscimento delle unioni dello stesso sesso, con l'auspicio che le Chiese, di qualunque orientamento siano, riescano a contribuire all'eliminazione dell'omofobia e di qualsiasi altra forma di discriminazione,e a sensibilizzare le persone verso la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili attraverso l'utilizzo di contraccettivi sicuri e ad incoraggiare a sottoporsi con maggiore frequenza ai controlli sanitari.

 

Fonti: Desmond Tutu, "Anch'io ho il diritto di esistere", 1985

Fabio Corbisiero, "Comunità omosessuali. Le scienze sociali sulla popolazione LGBT", 2013

http://www.chiesavaldese.org/pages/archivi/mater_studio/doc_glom2007.pdf