Speciale Cirinnà. Il Re è nudo: la parità dei diritti LGBT agli occhi dei cittadini

La presentazione del ddl Cirinnà, indipendentemente dall'esito, tuttora incerto, del suo percorso di approvazione, rappresenta solo una tappa di un lungo percorso di presa di coscienza collettiva sul tema dell'uguaglianza tra persone di fronte alla legge e della parità di diritti e doveri tra cittadine/i in un paese civile.

Una tappa che nello stesso tempo è il primo risultato di una profonda evoluzione culturale e il segno di un grave ritardo legislativo.

Bisogna infatti ricordare come tra le rivendicazioni delle stesse comunità LGBT italiane a lungo non siano stati presenti temi come unioni civili, matrimoni, adozioni, e così via, in quanto l'accento era posto sui diritti dell'individuo e delle associazioni e non, come accade oggi, quasi esclusivamente su quelli delle coppie. Solo su impulso di quanto accadeva in altri Paesi i movimenti anche in Italia hanno sposato questa linea.
L'opinione pubblica, a sua volta, ha fatto fatica a seguire questa evoluzione, ma almeno una parte della società oggi condivide posizioni che solo venti anni fa sarebbero sembrate del tutto utopistiche.

Nello stesso tempo la politica ha continuato a restare imballata nelle sue contraddizioni e non ha mai partorito altro che timidissimi progetti, poi sempre naufragati. E lo stesso ddl Cirinnà non rappresenta certo niente altro che un primo incerto passo avanti.

Tuttavia, al di là delle meschinità di governi, parlamenti e partiti dilaniati tra laicità e bigottismo, si fa avanti gradualmente ma con evidenza cristallina il concetto della parità di diritti. La vera svolta, come nel celebre racconto del Re nudo, è riuscire a vedere la cosa più semplice di tutte: ciò che è consentito ad alcuni, deve essere consentito a tutti. La civiltà liberale non consente alcun tipo di discriminazione.

Come nel caso dei matrimoni tra persone di diverso colore della pelle, proibiti fino a mezzo secolo fa (1967!) in gran parte degli Stati Uniti e altrove, anche la parità di diritti legali delle persone LGBT, ancora oggetto di cavillose e opportunistiche distinzioni, inizia pian piano a rivelarsi come un ovvio, banale dato di civiltà.