Speciale Cirinnà. Famiglia /Famiglie: visioni dello stare insieme sullo sfondo del dibattito sul disegno di Legge Cirinnà

Negli ultimi decenni il dibattito su quale entità sociale si possa definire famiglia si è rivelato piuttosto inconcludente nel giungere a una definizione precisa e inequivocabile. Il problema è dovuto con molta probabilità alla necessità di voler circoscrivere questa entità (la famiglia) entro i  territori del diritto mentre il problema definitorio si risolve se solo si guarda alla famiglia come a una tipologia di convivenza che si trasforma e muta continuamente nel modo in cui prende vita,e adempie alle sue funzioni in relazione anche ai bisogni, sempre più complessi, delle soggettività che vi coabitano o vi sono comprese. E' proprio il "senso" di ciò che oggi intendiamo come "famiglia" a dividere coloro che si dichiarano favorevoli o contrari al testo sulle unioni civili – Ddl Cirinna' - che è in discussione in Senato.

Ad oggi, infatti, in Italia, non è permesso alle coppie omosessuali di contrarre matrimonio, e non prevedendo alcuna forma di riconoscimento giuridico per le coppie di fatto, queste non possono essere riconosciute in qualità di conviventi. L'Italia si avvia così a discutere un disegno di legge nel quale troveranno finalmente "cittadinanza" le istanze di persone che - al di là del loro orientamento sessuale - intendono formare una "famiglia" al di fuori dell'istituto del matrimonio.

Disegno di Legge, quello Cirinnà, al quale  si è arrivati dopo non pochi  fallimenti di proposte precedenti. In merito ai contenuti - rimandando le questioni giuridiche a fonti più pertinenti - non si manca di rilevare come la discussione del Ddl Cirinnà - sia sul piano politico sia sul piano dell'opinione pubblica – evidenzia un panorama culturale composito e diversificato nel nostro Paese: sopravvivono, spesso convivendo, visioni essenzializzate e naturalizzate dell'idea di famiglia - che nella nostra società è incentrata sull'istituto del matrimonio e della procreazione - e una visione della parentela che trascende il fatto biologico per radicarsi nelle pratiche sociali, ovvero nelle forme spontanee attraverso le quali la famiglia contemporanea prende vita anche come esito di percorsi biografici complessi -  come succede per esempio in seguito a una separazione, o nel caso di vedovanza, o tra due soggetti omosessuali che decidono di fare famiglia con i rispettivi  figli di una precedente unione eterosessuale. Anche la questione della Stepchild Adoption (possibilità al genitore non biologico di adottare il figlio biologico o adottivo del partner) problematizzata attraverso i dilemmi etici posti dalla pratica della "Gestazione per altri" - condannata penalmente dal nostro ordinamento giuridico - esprime la necessità collettiva di ribadire un "modello" ideale di famiglia: quella eterosessuale. Un modello che nella discussione assume una visione fortemente stereotipata della genitorialità, nella quale ricompaiono le classiche contrapposizioni di genere - "il maschile" contrapposto al  "femminile" - che di fatto già sono superate negli stili di vita e affettivi delle famiglie cosiddette "tradizionali", ma che sono invocati come "aspetti" fondamentali per una crescita equilibrata del bambino. La "normalità" della genitorialità eterosessuale, rafforzata da spiegazioni di carattere religioso o ideologico, non consente cosi di riconoscere e dare cittadinanza alle nuove tipologie di famiglia, tra cui quella omogenitoriale, che nella realtà costituisce solo una delle possibili variazioni dello stare insieme e dell'idea di filiazione dell'epoca contemporanea. In realtà, il problema vero nel dibattito pubblico sulle unioni omosessuali in questi giorni  non è tanto legato al riconoscimento di legittimità della relazione in sé o nel diritto al matrimonio, ma sul riconoscimento e sulla legittimazione della genitorialità. Aspetto che chiama in causa la persistenza nell'immaginario collettivo di una omosessualità ancora definita in termini "patologici"; una "malattia" dunque che può trasmettersi ai bambini cresciuti in queste tipologie di famiglia. In definitiva la discussione relativa al disegno Cirinna', indipendentemente dalla possibilità concreta della legge di essere approvata, serve anche per misurare lo stato di maturità del Paese rispetto a un tema "sensibile" come quello dell'omosessualità, sul quale è evidente persistono ancora molti pregiudizi, e forme mascherate di accettazione.