Speciale Napoli. Una mamma rainbow al comune di Napoli. Intervista a Giuseppina La Delfa

Abbiamo sondato gli umori e i propositi di Giuseppina La Delfa, candidata al Consiglio comunale di Napoli per le elezioni amministrative che si terranno il 5 giugno.

Come lei ci racconta, dopo più di un decennio di attivismo con l’associazione “Famiglie Arcobaleno” è arrivato il momento, secondo questa esponente della comunità LGBT, di fare pressione sulle istituzioni dall’interno. C’è la voglia di prendere delle scelte a di assumersi le responsabilità che ne conseguono da parte di tutto il mondo gay, che è stanco di assumere un ruolo meramente critico e rivendicativo e vuole dirigere la città di Napoli verso l’accoglimento delle differenze.

La combattività e la determinazione che hanno dovuto mettere in campo i componenti della comunità LGBT per vedersi riconosciuti tutta una serie di diritti umani e civili è la stessa che Giuseppina vuole mettere al servizio dei cittadini napoletani, per armonizzare i diversi orientamenti che animano la città all’ombra del Vesuvio. In cambio della fiducia dell’elettorato quest’associazionista ed attivista, che si è impegnata molto per affermare la dignità delle famiglie composte da genitori dello stesso sesso, offre ascolto per i soggetti che stanno ai margini e capacità di far pervenire la molteplicità delle istanze politiche sotto forma di concreti interventi amministrativi.

Secondo la nostra intervistata i provvedimenti che gli altri paesi europei adottano nei vari campi della politica possono essere presi come modelli e adattati alle necessità del contesto locale, per fare questo lei potrebbe mettere al servizio della collettività un esperienza di vita trans-nazionale che gli ha regalato una prospettiva di ampio respiro.

Nello stralcio finale dell’intervista l’aspirante consigliera avverte che in questa era dov’è facile reperire informazioni ma sempre più difficile distinguere la validità delle fonti da cui provengono, diventa difficile identificare chi rappresenta i propri interessi e come li preserva.

 

Ci può raccontare le esperienze e le conseguenti riflessioni che l’hanno portata a proporsi come candidata al Consiglio comunale di Napoli e quindi ad entrare nel mondo della politica?

In verità è molto semplice, diciamo che ho deciso perché me l’hanno chiesto le "famiglie arcobaleno" di Napoli, parte della comunità LGBT ed ho accettato perché il terreno era quello giusto, perché so che se riusciamo a diventare consiglieri comunali con de Magistris sarà il momento giusto per fare belle cose per la comunità LGBT e per tutti. De Magistris è stato un interlocutore prima delle elezioni, lo è stato per cinque anni e lo sarà ancora di più nel caso si arrivasse al Consiglio comunale, un interlocutore aperto ed ancora di più. E poi perché penso anche che è giusto che la comunità LGBT ci metta la faccia anche dentro le istituzioni, dialoghi direttamente con esse per lavorare meglio, per lavorare dall’interno e non solo stare sempre a criticare quello che si fa o che non si fa.. dunque essere parte attiva e prendere anche le proprie responsabilità dall’interno. E poi ho voglia personalmente di fare questa esperienza. Dopo dieci anni di attivismo con le Famiglie Arcobaleno per le quali mi occupo a livello europeo, volevo provare questo altro tipo di attivismo dentro le istituzioni. Ecco direi che questi sono i principali motivi per i quali ho deciso di scendere in campo, poi c’era anche tutta una squadra, non sono scesa da sola, sono scesa con altri dieci candidati LGBT e dunque lavorare insieme, fare questa campagna insieme ad ogni modo sarà stata un esperienza molto bella al di là dei risultati, ecco.

L’organizzazione politica che lei rappresenta come intende dare voce ai più "deboli", in quali modi?

Noi come persone LGBT, come sa, siamo stati e siamo ancora discriminati, abbiamo lottato per quarant’anni (io personalmente da quindici) per chiedere appunto diritti. Dunque diciamo che in partenza siamo una comunità e delle persone abituate a resistere, a batterci, a sentire i problemi e a muoverci in tutti i campi per vedere ascoltati questi problemi e trovare delle soluzioni. Non le abbiamo ancora trovate tutte e quindi dobbiamo ancora lavorare. Abbiamo già una predisposizione all’ascolto e a mettere le carte sul tavolo. Abbiamo dimostrato in questi anni di essere delle persone determinate, oneste, chiare nei loro intenti e questo a beneficio di tutti. E infine sempre a livello personale io mi considero insieme una cittadina meridionale perché sono di origine sicilianae vivo qui da venticinque anni ed anche, allo stesso tempo, molto europea.. e questo mi consente di avere una visione un po’ più larga dei problemi e un’esperienza culturale molto ampia tra la Francia, la Spagna, il Belgio.. paesi che io frequento molto. Posso dare la mia visione su tanti temi dall’ecologia, alle energie rinnovabili. tutte le esperienze fatte altrove.. ci sono tante cose belle da importare qui.

Volevo sapere se secondo lei un eventuale ingresso al Consiglio comunale di Napoli di esponenti della comunità LGBT possa rappresentare un cambiamento epocale?

Ci sono già stati, ci sono già dei consiglieri LGBT non so.. a Milano, a Bologna, a Roma. A Napoli certamente sarebbe un gran segnale.. per i giovani, per i giovani in particolare che vedrebbero al consiglio comunale delle persone.. appunto visibili e trasparenti che hanno una vita serena, appagante.. dunque un modello di riuscita in qualche modo.. sociale.

E che hanno lottato per farsi accettare.

Sì, che hanno lottato per avere dei risultati nella loro vita personale e anche per l’insieme della comunità, dunque dei modelli positivi. E credo che non ci siano dubbi che all’interno della comunità LGBT sia Antonello Sannino (con cui la candidata nella stessa lista, ndr) che io siamo delle persone che hanno dato tanto alla comunità e che vogliono continuare a dare.. perché dando a loro diamo anche a noi stessi, per tutti noi, per le nostre famiglie, per le nostre coppie, per il nostro vivere felice, per le persone che ci stanno intorno e con cui abbiamo lottato tutti questi anni. E dunque io sarei felice di dare un esempio ai giovani, e una speranza ai giovani di dire: “si può essere gay e lesbiche e avere una vita completamente appagante”. Si deve lottare, metterci la faccia e metterci l’impegno però alla fine i risultati ci sono affinché essere gay e lesbiche nel meridione non voglia dire mettersi da parte o cancellare i propri sogni, ma voglia dire darsi da fare e riuscire ad ottenerli.

Come risponde agli attacchi dei candidati di destra, a coloro che vorrebbero abolire i diritti sociali delle coppie LGBT?

Non so che dire, io dico che la destra fa la sua campagna e noi facciamo la nostra e spero che gli elettori sappiano dov’è il loro interesse a votare e la comunità LGBT credo e spero che abbiano ben chiaro dov’è il loro interesse e dove votare. Io non voglio fare critiche agli altri concorrenti, ognuno fa la campagna che vuole.. è l’elettore che deve stare con le orecchie aperte e capire dov’è il proprio interesse.