La rete Afrobarometer: i dati sull'omofobia in Africa

L'Africa è spesso considerata come un continente intollerante. Premetto una considerazione sul concetto stesso di tolleranza e sul diverso uso che se ne può fare in diversi contesti. Quando si parla di tolleranza nel suo significato storico prevalente, si fa riferimento al problema della convivenza di credenze, prima religiose poi anche politiche, diverse. Oggi, il concetto di tolleranza viene esteso alle difficoltà derivanti dalla coesistenza tra minoranze etniche, linguistiche, razziali, sessuali, in genere di coloro che vengono considerati “diversi”, come ad esempio gli omosessuali, gli stranieri, ecc.... I problemi cui si riferiscono questi due modi d'intendere, di praticare e di giustificare la tolleranza non sono gli stessi. Altro è il problema della tolleranza di credenze o opinioni diverse, che implica un discorso sulla verità e la compatibilità teorica o pratica di verità anche contrapposte; altro è il problema della tolleranza di colui che è diverso per ragioni fisiche o sociali, un problema che mette in primo piano il tema del pregiudizio, e della conseguente discriminazione.

 

Il concetto di tolleranza, inteso come il problema della convivenza con i “diversi” è stato oggetto di studio della rete Afrobarometer: una rete di ricerca che conduce indagini sull’atteggiamento pubblico nei confronti della democrazia, della governance, delle condizioni economiche ed altre questioni riguardanti l'Africa. Nel periodo 2014/2015, tale rete, ha effettuato  nuove scoperte sulla tolleranza in questo continente, attraverso accurate indagini in 33 paesi. Lo strumento privilegiato per la rilevazione è stato l’intervista faccia a faccia nella lingua scelta del rispondente.  La traccia di intervista ha distinto cinque categorie: 1) persone di religione diversa, 2) persone provenienti da un diverso gruppo etnico, 3) persone omosessuali, 4) persone affette da l'HIV / AIDS, e 5) immigrati o lavoratori stranieri. Le opzioni di risposta hanno individuato il grado di accettazione/non accettazione attraverso le seguenti risposte: “Non lo accetto assolutamente”, "Non lo accetto", "Sono indifferente", "Lo accetto," "Lo accetto assolutamente" e "Non so". I soggetti intervistati hanno costituito il campione rappresentativo a livello nazionale con un margine di errore di campionamento del +/- 2% (per un campione di 2.400) o +/- 3% (per un campione di 1.200). I risultati hanno posto in evidenza un alto grado di accettazione dei diversi gruppi etnici e religioni, degli immigrati e delle persone che vivono con HIV / AIDS. Un importante eccezione è stato l’atteggiamento fortemente negativo verso gli omosessuali, anche se l’omofobia in Africa non è un fenomeno universale.

In 33 paesi, una media di 78% degli intervistati afferma di “non accettare" gli omosessuali. Ciononostante una grande maggioranza degli africani risulta essere tollerante nei loro confronti. Le risposte sono state di accettazione per il:(91%) nei confronti di un gruppo etnico diverso, (87%) verso una persona di religione diversa, (81%) verso un immigrato o lavoratore straniero, (68%) nei confronti di una persona affetta di l'HIV / AIDS. Solo nei riguardi della questione dell'omosessualità che la maggioranza (78%) degli africani hanno presentato atteggiamenti profondamente intolleranti. Questo dato non è sorprendente, visto che la maggior parte dei paesi di questo continente criminalizzano le attività omosessuali.Solo circa un intervistato su cinque (21%) ha dichiarato di non avere problemi se avesse un vicino di casa omosessuale. I livelli di tolleranza mostrano notevoli differenze da paese a paese. In genere, i paesi del Nord Africa sono meno tolleranti. La prossimità e frequenti contatti tra i diversi i gruppi possono contribuire all’accettazione reciproca. Ciò indica un aspetto importante che è spesso trascurato: la tolleranza, e il suo rovescio, l'intolleranza, non sono fissi, ma sono soggetti a modifiche. La "teoria contatto", (1954) di Allport postula che, in determinate condizioni, il contatto interpersonale può portare ad una riduzione dei pregiudizi tra i gruppi. Nel Nord Africa i bassi livelli di tolleranza potrebbero quindi essere spiegati con l'interazione limitata tra persone di diverse origini etniche. Nello specifico, in base ai dati dell'indagine riguardo i livelli di tolleranza dei cittadini africani nei confronti degli omosessuali, è stato possibile appurare che per quattro paesi africani, la maggior parte dei residenti dichiarano di non essere infastiditi, o addirittura di essere favorevoli ad avere un vicino di casa omosessuale:

  • Capo Verde, 74%.
  • Sudafrica, il 69%.
  • Mozambico, 56%.
  • Namibia, il 55%.

Capo Verde e il Sudafrica sono i due paesi che esprimono la più alta tolleranza per i cittadini omosessuali. In alcuni paesi, i cittadini “sono più avanti” di qualsiasi riforma politica sostenendo diritti LGBTQ in un momento storico in cui alcune pratiche sessuali sono considerate illegali. Ciò accade in Namibia e Mauritius, due paesi con un elevato livello di accettazione degli omosessuali da parte dei cittadini nonostante la legislazione considera l'omosessualità un crimine.

Infatti quasi paradossalmente i paesi con leggi contro la pratica omosessuale hanno dei residenti più tolleranti, come dimostra la percentuale di persone che ha dichiarato di essere favorevole o non infastidito ad avere un vicino di casa omosessuale:

  • Namibia, il 55% (in cui la sodomia è illegale secondo il diritto comune).
  • Mauritius, il 49% (in cui la punizione per sodomia è fino a 5 anni di carcere).
  • Botswana, il 43% (in cui la punizione per sodomia è fino a 7 anni di carcere).
  • Tanzania, il 21% (in cui la punizione per sodomia è di 30 anni di carcere).
  • Tunisia, il 17% (in cui la punizione per sodomia è di 3 anni di reclusione).
  • Marocco, il 16% (in cui la punizione per sodomia è di almeno 3 mesi di reclusione).
  • Nigeria, il 16% (in cui la punizione per sodomia è di 14 anni di carcere).
  • Liberia, il 16% (in cui la punizione per sodomia è fino a un anno di carcere).
  • Kenya, il 14% (in cui la punizione per sodomia è di 5 anni di carcere).

  Oltre agli effetti positivi della prossimità e del contatto precedentemente accennati, la tolleranza sembra essere influenzata, almeno in parte, anche dalle diverse caratteristiche socio-demografiche. L’istruzione, in particolare, è un elemento cruciale nella cultura della tolleranza. Infatti, le persone che hanno almeno un diploma di scuola secondaria tendono a mostrare maggiore tolleranza rispetto ai meno istruiti. Come la generazione più giovane è più tollerante rispetto agli anziani. Infatti i dati suggeriscono un importante collegamento tra la tolleranza per gli omosessuali e l’età e istruzione livelli dei rispondenti. Allo stesso modo, gli uomini e residenti urbani esprimono livelli di tolleranza più elevati rispetto alle donne residenti rurali.Un'altra variabile che mostra un positivo, seppur debole, rapporto con la tolleranza è il contatto con i mezzi di comunicazione. In media, i cittadini africani che sono regolarmente esposti alle notizie attraverso la radio, televisione, giornali, Internet e social media hanno maggiori probabilità di manifestare atteggiamenti tolleranti rispetto a quelli che usufruiscono poco dei social media.Questi risultati suggeriscono percorsi politici importanti per promuovere atteggiamenti tolleranti su tutto continente. Prima l'investimento nell'istruzione, poi i mezzi di informazione possono svolgere un ruolo importante nella promozione dell’accettazione dell’altro da se.

Il rapporto ha aggiunto:

“anche se gli atteggiamenti attuali risultano essere in gran parte negativi, Il fatto che i cittadini più giovani siano più tolleranti rispetto ai loro anziani promette bene anche per un futuro tollerante"

 

Fonti:

https://76crimes.com/2016/03/09/africas-most-and-least-homophobic-countries/

G.W. Allport, Nature of Prejudice, Unabridged, 1954