Il rapporto Ilga 2017. Una sintesi

L’ILGA-Europe, la sezione europea della Ong Internation Lesbian and Gay Associaton, ha stilato un rapporto in cui sono presi in esame 49 paesi appartenenti all’area europea e mediorientale.

Il report annuale dell’ILGA copre gli sviluppi a livello nazionale, europeo e internazionale tra il  1 ° gennaio 2016 e il 31 dicembre 2016.

I  punti presi in esame  non riguardano soltanto la possibilità di unirsi in matrimonio, ma anche un’adeguata campagna per i diritti, il livello di discriminazione all’interno dei vari Paesi, la possibilità di organizzarsi e riunirsi in associazione, il livello di stereotipi e i provvedimenti presi nei confronti dell’hate speech.

Secondo l’ILGA, il 2016 è stato un anno costellato di notizie, positive e negative.

 

Il parlamento Norvegese ha votato in favore di una giurisdizione basata sul principio di autodeterminazione. E' stata la quarta Nazione europea a compiere questo ulteriore passo verso il progresso, insieme con la Danimarca, Malta e l’Irlanda. In Francia, è stata approvata una procedura legale di riconoscimento  del genere (LGR) che ha rimosso i riferimenti alla sterilizzazione e alla medicalizzazione. Le autorità greche traendo ispirazione dagli atti maltesi che riguardano l’identità di genere, l’espressione di genere e le caratteristiche del genere, hanno lavorato sull’elaborazione di  un proprio disegno di legge di riconoscimento di genere. I ministri belgi hanno continuato il loro lavoro di riforma basandosi sulle modifiche proposte dai politici del Lussemburgo. Il Regno Unito si è impegnato a rivedere la propria legislazione, con gli attivisti che chiedono un passaggio all’autodeterminazione, mentre il Portogallo si è impegnato a introdurre piani per gli LGR autogestiti nel 2017.

Un’altra tendenza positiva è stata il riconoscimento dei diritti umani delle persone intersessuali. Nel 2016, molte istituzioni e molti governi hanno incluso le questioni intersessuali nel loro lavoro. La Bosnia-Erzegovina ha aggiunto alla propria legge anti-discriminazione un riferimento alle caratteristiche sessuali, il che garantisce protezione contro la discriminazione anche alle persone intersessuali. Paesi come il Belgio, la Grecia e i Paesi Bassi hanno avviato dibattiti politici verso l’adozione di una legislazione più inclusiva.

Un’altra area in cui sono stati fatti progressi è l’area che riguarda la famiglia. Le prime unioni di persone dello stesso sesso sono state celebrate in Grecia e a Cipro all’inizio del 2016. I politici italiani hanno approvato una storica legge civile, dopo mesi di discussioni e polemiche. La legge tanto attesa che estenderà i diritti e garantirà protezione a tutte le coppie dello stesso sesso in Slovenia, diventerà effettiva agli inizi del 2017. Leggi sui matrimoni sono state fatte anche in Finlandia, Gibilterra, Groenlandia e nell’Isola di Man. L’adozione congiunta è diventata una possibilità anche per le persone dello stesso sesso in Portogallo, il quale ha aperto l’accesso anche alla riproduzione medicalmente assistita (garantendo il riconoscimento automatico dei genitori per le coppie con lo stesso sesso). Nel corso del 2016 in Svizzera sono state perfezionate anche le riforme che riguardano l’adozione che verrà estesa a tutte le coppie regolarmente registrate.

Oltre alle politiche di progresso esistono anche politiche di contrasto a matrimoni di coppie dello stesso sesso, precisamente in Georgia, in Romania e in Lituania. Al momento queste questioni sono in esame presso la Corte di giustizia dell’Unione Europea.

Come detto in precedenza, ci sono stati anche trend negativi che si sono susseguiti nel 2016. La pressione sulla società civile è notevolmente aumentata in Turchia, dove gruppi estremisti hanno minacciato pubblicamente gli organizzatori di Pride al fine di limitare gli eventi LGBTI. E' stato notato come in Paesi quali l’Armenia, la Georgia, la Macedonia e la Polonia in diversi programmi televisivi molti politici hanno espresso opinioni scoraggianti e discriminatori sull’orientamento sessuale. Quando discorsi del genere provengono da figure pubbliche molto conosciute, il loro messaggio viene ampiamente diffuso, fomentando così un clima di odio e di discriminazione nei confronti delle persone LGBTI.

Altra nota dolente del 2016 riguarda l’asilo politico dei rifugiati LGBTI. È sconcertante perché, nonostante sia diventato una priorità per molte organizzazioni LGBTI, ci sono pochi sviluppi positivi da segnalare a livello nazionale ed europeo. La Lettonia ha finalizzato una legge sull'asilo con riferimenti all'orientamento sessuale e all'identità di genere, ma in molti altri paesi gli attivisti hanno espresso preoccupazioni. Le ONG svedesi hanno criticato l'effetto che i cambiamenti legali potrebbero avere sui richiedenti asilo LGBTI e sulle loro famiglie. Le preoccupazioni per la mancanza di un alloggio sicuro per i richiedenti asilo LGBTI hanno cominciato ad essere più sentite  dalla società civile, ad esempio in Spagna, Finlandia, Islanda e Regno Unito. Non ci sono stati sviluppi in tal senso negli altri Paesi europei (Turchia, Bosnia-Erzegovina), per cui si ritiene necessario un intervento delle autorità pubbliche al fine di limitare le preoccupazioni in termini di sicurezza.

 

Report Istituzionali

1. Nazioni Unite

Nel 2016 le Nazioni Unite hanno compiuto un notevole passo in avanti con la creazione del mandato unico dell’Indipendent Expert; un mandato che prevede la tutela contro la violenza e la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere (SOGI).

Il mandato, per quanto necessario, non è stato accolto in maniera positiva da tutti gli Stati membri, tant’è vero che sono state necessarie quattro votazioni prima della sua approvazione.

Nel Novembre 2016 durante la conferenza mondiale dell’ILGA tenutasi a Bangkok, sono stati presentati per la prima volta i cinque punti fondamentali del mandato: la decriminalizzazione, la destigmatizzazione, il riconoscimento giuridico dell’identità di genere, l’inclusione culturale con la diversità sessuale e di genere e l’empatismo.

Al fine di migliorare la situazione legale e politica delle persone LGBTI, la ILGA-Europe raccomanda:

  • Di continuare a sostenere attivamente e adeguatamente le risorse per il lavoro della SOGI;
  • Di incoraggiare il dialogo tra la società civile e gli Stati membri delle Nazioni Unite garantendo l'accesso a riunioni importanti come quelle del Consiglio dei diritti umani, la Commissione sullo status delle donne, l'Assemblea generale e l'ECOSOC;
  • Sostenere la partecipazione dei gruppi della società civile come principali parti interessate al processo di revisione dell’ UPR e incoraggiare gli Stati a seguire attivamente le raccomandazioni dell'UPR in collaborazione con la società civile.

 

2. Consiglio d’Europa

Nel 2016, il Consiglio d’Europa (CoE) ha fornito un sostegno significativo per la protezione e la promozione degli standard dei diritti umani per le persone LGBTI. Ha intrapreso iniziative per l’integrazione delle questioni degli intersessuali, partendo dall’Assemblea parlamentare che ha iniziato a lavorare su una relazione sui diritti umani degli intersessuali, per giungere al Comitato di Bioetica, discutendo sulla protezione dei bambini intersessuali. Il CoE ha inoltre intensificato il proprio supporto tecnico con le autorità nazionali, promuovendo l’adozione e l’implementazione degli standard LGBTI per la parità di genere attraverso il lavoro della propria unità SOGI.

Gli attacchi agli attivisti LGBTI, i ricongiungimenti familiari e  il trattamento dei richiedenti asilo LGBTI in Europa sono solo alcune delle questioni attualmente trattate dal tribunale di Strasburgo.

In tema di asilo politico, a maggio, il Consiglio d'Europa, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e l'Associazione degli avvocati greci hanno organizzato una tavola rotonda ad Atene in cui si è discusso della Convenzione europea sui diritti dell’uomo e sulla protezione dei richiedenti asilo LGBTI. Sono stati forniti a tutti i partecipanti nozioni sugli standard internazionali in materia di diritti umani in riferimento alle richieste d’asilo basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.

Come per le Nazioni Unite, anche per il CoE l’ILGA raccomanda alcuni punti fondamentali al fine di migliorare la situazione legale e politica delle persone LGBTI:

  • Continuare a rafforzare i meccanismi istituzionali del CoE e assicurare che il sostegno del CoE per i diritti umani delle persone LGBTI sia coerente e visibile;
  • Aumentare il livello di assistenza tecnica fornito dall'unità SOGI per i progressi legislativi e politici a livello nazionale in tutta Europa, assicurando un attento coinvolgimento della società civile e delle autorità nazionali;

 

3. Unione Europea

Il 2016 per l’Unione Europea ha rappresentato un mix di risultati e aspettative non soddisfatte. Il diritto d’asilo rappresenta ancora un punto fondamentale nell’agenda della UE, in quanto il suo organo di controllo (l’Agenzia per i diritti fondamentali) ha intensificato il lavoro di reporting con aggiornamenti mensili sulle questioni in materia di asilo. I tentativi di riforma del sistema di asilo hanno generato critiche negli attivisti LGBTI, in riferimento agli effetti che potrebbero gravare sui richiedenti asilo LGBTI generati dalla lista dei “paesi sicuri” e dagli accordi tra l’Ue e la Turchia.

Le Istituzioni sono state coinvolte a loro volta in azioni di contrasto ai discorsi di odio presenti nel web e sono state invitate a generare proposte al fine di aumentare la protezione contro l’incitamento all’odio. La Commissione Europea, Facebook, Twitter, Microsoft e YouTube hanno adottato un codice di condotta per contrastare il linguaggio di odio illegale online. Il codice (pubblicato il 31 Maggio) contiene delle regole restrittive che verranno messe in atto qualora si presentassero fenomeni discriminatori. Tuttavia, nonostante le proposte dell’UE ai fini di tutelare le persone LGBTI, gli attivisti e gli alleati LGBTI si definiscono insoddisfatti e frustrati da ciò che vedono come una continua mancanza di "azione" nell'elenco delle proposte della Commissione.

A tal proposito l’ILGA raccomanda alla UE:

  • Di garantire la piena attuazione della legislazione e delle politiche esistenti, in particolare la "Lista delle azioni per promuovere l'uguaglianza LGBTI" della Commissione europea e le "Linee guida per promuovere e proteggere il godimento di tutti i diritti umani da parte delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali" ;
  • Di continuare a rafforzare i meccanismi istituzionali dell'UE per assicurare che il lavoro delle diverse direzioni generali della Commissione sulle questioni LGBTI sia coordinato e coerente.
  • Di rafforzare la leadership dell'Unione europea proteggendo e promuovendo in modo visibile i diritti umani delle persone LGBTI in tutta l'UE e nelle sue politiche estere.

 

Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa

Nel corso del 2016, l'OSCE ha continuato a monitorare l'impatto della criminalità, dell’odio e dell'intolleranza sulla società.

Per la seconda volta nel rapporto annuale sono stati pubblicati i dati che riguardano i crimini di odio, compresi gli incidenti avvenuti in ben 41 Paesi. Mentre i dati generali riportati dall’ ODIHR restano invariati nella quantità rispetto agli anni precedenti, i dati su eventi omofobici e transfobici risultano pochi e ciò sta ad indicare una sotto-segnalazione e una difficoltà nella registrazione di questi dati.

Per sopperire a questi problemi l’ILGA consiglia all’ OSCE di:

  • Rafforzare i meccanismi di monitoraggio / segnalazione sui crimine di odio a tutti i livelli, inclusi i meccanismi di monitoraggio delle nazioni e della società civile;
  • Sviluppare una strategia più strutturata affinchè  l'OSCE riesca ad approcciarsi con le organizzazioni della società civile;
  • Rendere più esplicito il rapporto dell’ OCSE con le istituzioni e i propri obiettivi al fine di impegnarsi maggiormente a tutelare i difensori dei diritti umani e a riportare gli attacchi diretti agli stessi.