Speciale Cirinnà. Il Re è nudo: la parità dei diritti LGBT agli occhi dei cittadini

La presentazione del ddl Cirinnà, indipendentemente dall'esito, tuttora incerto, del suo percorso di approvazione, rappresenta solo una tappa di un lungo percorso di presa di coscienza collettiva sul tema dell'uguaglianza tra persone di fronte alla legge e della parità di diritti e doveri tra cittadine/i in un paese civile.

Una tappa che nello stesso tempo è il primo risultato di una profonda evoluzione culturale e il segno di un grave ritardo legislativo.

Bisogna infatti ricordare come tra le rivendicazioni delle stesse comunità LGBT italiane a lungo non siano stati presenti temi come unioni civili, matrimoni, adozioni, e così via, in quanto l'accento era posto sui diritti dell'individuo e delle associazioni e non, come accade oggi, quasi esclusivamente su quelli delle coppie. Solo su impulso di quanto accadeva in altri Paesi i movimenti anche in Italia hanno sposato questa linea.
L'opinione pubblica, a sua volta, ha fatto fatica a seguire questa evoluzione, ma almeno una parte della società oggi condivide posizioni che solo venti anni fa sarebbero sembrate del tutto utopistiche.

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Speciale Cirinnà. Il tempo di decisioni equilibrate, ma non più rinviabili

 No al lievito madre!

Il pane ha bisogno di un Padre e di una Madre.

E poi “lievito” è maschile,

non potrà mai essere madre

(dal web)

 

La sentenza 138/2010 della Corte Costituzionale italiana, nel respingere questioni di legittimità costituzionale delle norme di legge sullo stato civile che vietano pubblicazioni di matrimonio tra soggetti dello stesso sesso, invitò tuttavia il legislatore nazionale ad apprestare una legge che, pur non riconducibile all’art. 29 della Costituzione, che fonda il riconoscimento dell’istituto matrimoniale, trova tuttavia base nell’art. 2, che “riconosce i diritti inviolabili della persona sia come singolo, sia nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità”.

Incominciò così una vicenda fatta di omissioni legislative e di capziose interpretazioni amministrative di norme esistenti (ad esempio a proposito della trascrizione in Italia degli atti di matrimonio tra soggetti omosessuali validamente celebrati all’estero, o di registrazione da noi delle generalità anagrafiche dei genitori di figli nati da tali unioni), di ritardi, di rinvii consapevoli e di colpi di scena, o, per meglio dire, di supplenze giurisprudenziali.

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Speciale Cirinnà. Ritrovare civiltà. Perchè questa legge s'ha da fare

«Il padre rientra. Leo capisce che deve andarsene. Thomas è restituito, nel momento finale, alla famiglia, alle stesse persone che l'hanno fatto nascere e che ora, con il cuore devastato dalla sofferenza, stanno cercando di aiutarlo a morire. Non c'è posto per lui in questa ricomposizione parentale. Lui non ha sposato Thomas, non ha figli con lui, nessuno dei due porta per l'anagrafe il nome dell'altro e non c'è un solo registro canonico sulla faccia della terra su cui siano vergate le firme dei testimoni della loro unione».

Questo passo dal romanzo Camere Separate (1989) di Pier Vittorio Tondelli è stato letto dallo storico attivista Vanni Piccolo durante la manifestazione #SvegliaItalia a Napoli lo scorso 21 gennaio, e ben rappresenta lo stato di discriminazione che vivono tutti i giorni in Italia centinaia di migliaia di persone a causa del mancato riconoscimento delle famiglie composte da persone dello stesso sesso.

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Freschi di stampa. Genere e linguaggio. I segni dell'uguaglianza e della diversità

“Parole, soltanto parole, parole tra noi” cantava Mina ad Alberto Lupo nel 1972, descrivendo il punto di vista di una donna orgogliosa su una relazione ormai sulla via del tramonto. Le parole sono lo strumento di comunicazione per eccellenza. Nell’ottica degli studi di genere non si può prescindere dal considerare l'importanza del linguaggio poiché esso rappresenta un punto cardine nella costruzione e nella rappresentazione dei generi e degli orientamenti sessuali, tuttavia la sua importanza non trova un giusto riconoscimento accademico. Il volume Genere e linguaggio. I segni dell'uguaglianza e della diversità ( Franco Angeli, 2015) a cura di Fabio Corbisiero, Piero Maturi, ed Elisabetta Ruspini esplora la relazione tra i cambiamenti socio-culturali e l’evoluzione degli usi linguistici, utilizzando un approccio che unisce studi sociologici e linguistici.

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Speciale Cirinnà. La partita della maturità

Società e politica italiana sono stati per anni distratti, maldestri e poco attenti alla questione dei diritti delle persone omosessuali. In trent’anni della nostra storia (risale al 1986 il tentativo di discutere un primo disegno di legge sulle unioni civili su proposta di alcune parlamentari e al 2016 l’attuale discussione sul ddl Cirinnà) gli italiani non sono stati capaci di rispettare un principio costituzionale garantito a tutt* dall’articolo 2 della Costituzione. Un Paese, l’Italia, accartocciato su se stesso e appiattito sui tradizionalismi passati, contrapposizioni e manicheismi dannatamente incapace di governare un mutamento in atto: la differenziazione delle forme familiari. Ad un giorno dall’esame in Aula del disegno di legge Cirinnà (“Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze”) continua imperterrita la civiltà degli alibi, delle scuse, delle circostanze attenuanti. Il diritto alla difesa della “Famiglia” (quella con la F maiuscola) e le accuse generiche alle famiglie altre non è più un fatto destinato a un imputato singolo (il pederasta, il frocio, l’omosessuale…) ma coinvolge papà, mamme, nonne, fratelli e sorelle arcobaleno. Il popolone italiano può (ancora) permettersi, nella sua voglia naturale di linciaggio, di menare bastonate a casaccio e si soddisfa di avere, comunque, impartito giustizia ma oggi deve misurarsi con le centinaia di migliaia di coppie omosessuali e di famiglie con bambin* che abitano il nostro Paese.

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Appello promosso dal Consiglio Scientifico della Sezione “Studi di Genere” dell’Associazione Italiana di Sociologia (AIS) a favore del ddl Cirinnà

Nel rispetto della pluralità di opinione di tutt* e di confronto tra idee diverse, le sociologhe e i sociologi firmatari del presente appello ritengono che il ddl “Disciplina delle coppie di fatto e delle unioni civili”(cosiddetto ddl Cirinnà, atto del Senato italiano n. 2081) costituisca uno strumento equilibrato per la tutela giuridica e il riconoscimento sociale delle coppie di fatto e delle famiglie formate da genitori dello stesso sesso, e invitano i Senatori e i Deputati della Repubblica italiana ad esprimere il loro voto favorevole su di esso.

Negare alle coppie di fatto la possibilità di legittimare la propria unione di fronte alla legge e ai bambini e alle bambine famiglie arcobaleno la possibilità di avere due genitori, significa negare l'esistenza di famiglie già socialmente costituite.

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