Over The Rainbow City, la rassegna stampa
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- Pubblicato: Domenica, 15 Novembre 2015 22:59
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L'OsservatorioLGBT del Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università di Napoli Federico II, la Sezione AIS Studi di Genere, con l'Associazione Italiana di Sociologia ed il Dipartimento di Scienze Sociali, hanno organizzato l'importante convegno di fine mandato della sezione AIS Studi di Genere, l'ultima e più giovane sezione dell'Associazione Italiana di Sociologia.
Il Truvada è un farmaco basato su un'associazione di due farmaci antiretrovirali che esiste sul mercato dal 2004 ed è stato inizialmente utilizzato nella terapia antiretrovirale dei pazienti adulti affetti da HIV. Non sostituisce il profilattico ma è oggi indicato anche per la riduzione del rischio di contrarre il virus dell'Hiv in persone sane (eterosesuali o omosessuali). Questo segna una nuova tappa della storia culturale e sociale dell'epidemia.
Riportiamo il comunicato redatto da alcun* Componenti del Consiglio Scientifico Sezione AIS “Studi di Genere” sulla presunta nocività degli Studi di Genere in ambito educativo. Il comunicato è stato diffuso il 10 febbraio 2015 e porta la firma di Emanuela Abbatecola, Francesco Antonelli, Ignazia Bartholini, Fabio Corbisiero, Alessandra Decataldo, Sabrina Perra, Elisabetta Ruspini, Claudia Santoni, Luca Toschi.
Il seguente documento è stato redatto da alcune studiose e studiosi che fanno parte del Consiglio Scientifico della Sezione ed aperto alla sottoscrizione di chi ne condivida contenuti e la ritenga opportuna.
Negli ultimi giorni si sono moltiplicate le dichiarazioni di autorevoli esponenti di diverse istituzioni italiane in merito alla presunta “nocività” degli Studi di Genere in ambito educativo.
Il commento della prof. Elisabetta Ruspini, coordinatrice della Sezione Studi di Genere dell'Associazione Italiana di Sociologia, sul convegno "Il Genere nella Contemporaneità: tra Sfide e Risorse", svolto a Napoli, al Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università Federico II il 24 e 25 settembre 2015.
Per vedere l'intervista clicca qui.
E' il 31 ottobre 1980 quando la cronaca italiana fu sconvolta da un duplice delitto accaduto a Giarre in Sicilia. Due ragazzi, Giorgio Giammona, 25 anni, ed Antonio Galatola, 15 anni, spariti da casa due settimane prima, vengono trovati morti, mano nella mano, uccisi con un colpo di pistola alla testa.
Giorgio, aveva alle spalle una vita difficile, condensata dal dolore e dall’amarezza. Suo padre si suicidò quando lui aveva appena sei anni; quindi, fu subito rinchiuso in un collegio, per subire poi nel ’78, una condanna per omosessualità che gli aprì periodicamente le porte del carcere. A seguito di ciò divenne per tutti un “puppu cu bullu” (letteralmente un frocio con il marchio); epiteto questo, che si sommò a quello di delinquente e balordo. Antonio, invece, era un ragazzino ingenuo, umile e timido, che con il suo “viso d’angelo” si preparava a sfidare il mondo. Così, quando suo padre assunse Giorgio, fra i due, inevitabilmente sbocciò una storia d’amore.
Over the Rainbow City. Towards a new LGBT citizenship in Italy (Mc Graw Hill, 2015) il cui autore è Fabio Corbisero (Professore di Sociologia presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli), verrà presentato nei prossimi giorni a Lecce. Testo innovativo, ricerca senza precedenti in Italia, il libro esamina un tema ancora molto poco indagato dalla letteratura scientifica. «Si tratta di una ricerca innovativa», ci dice ii prof. Corbisiero, «che si distingue dalle altre (poche) fin qui fatte in Italia perché mira a misurare la forza delle politiche di inclusione sociale delle persone LGBT che le città e il nostro paese più in generale stanno attuando per la comunità omosessuale».
Clicca sull'immagine per scaricare la versione PDF (testo in formato non accessibile) dello speciale sul «Turismo LGBT» dalla rivista «Crescita Turismo» n. 373 - Marzo 2014, pagg. 19-32. Articoli di Fabio Corbisiero, Andrea Cosimi, Alessandra Decataldo, Anna Dovadola, Aurora Fallini, Massimo Ferruzzi, Franco Fumagalli, Olga Mazzoni, Elisabetta Ruspini, Desiree Sousa, Letizia Strambi, Tiziana Tirelli, Marcus Vinicius Campos, Alessio Virgili.
Una intervista al prof. Fabio Corbisiero, coordinatore scientifico dell'OsservatorioLGBT, è oggi su VivoNapoli in un articolo di Vincenzo Vinciguerra.
Tra le dicchiarazioni del prof. Corbisiero: «C’è una situazione di divergenza molto ampia tra l’Italia, i suoi governi e il resto del mondo occidentale che si muovono anche sul piano dei diritti, oltre che su quello, più generale, del contrasto ai fenomeni di crisi economica, di terrorismo o di politica militare. E’ dalla fine degli anni Novanta che la posizione dei governi italiani è impantanata sulle questioni LGBT».
Oltre alle Unioni Civili vengono analizzati l'educazione di genere a scuola, la situazione dei diritti in Europa e nel mondo, ed il movimento LGBT in Italia.
L'intervista completa è a questa pagina.
Con la storia di Maria Luisa inauguriamo un nuovo spazio sul sito dell'OsservatorioLGBT destinato a raccogliere le storie di vita, o parti di storie di vita, di persone LGBTQI, di donne, uomini, trans*. Analizzeremo periodicamente una biografia con un occhio di riguardo alle dimensioni di genere augurandoci di fornire materiali di spunto per ricerche ed indagini successive.
Iniziamo dalla storia di Maria Luisa, dell'esperienza che l'ha vista vittima di un violento attaccco omofobo tornato di recente alla ribalta per la conclusione del processo contro i suoi aggressori, e del suo rapporto con i genitori.
«Prima eri una brava ragazza!» «Mamma sono sempre una brava ragazza, non è che il mio orientamento sessuale cambia il mio modo di essere».
Il movimento femminista è venuto alla ribalta internazionale negli anni Sessanta del Novecento, con l'intento di modificare radicalmente la divisione sessuale dei ruoli femminili e maschili, quindi di rimettere in discussione, in tutti gli aspetti del vivere associato, una gerarchizzazione umana che riteneva gli individui di maggiore o minore valore sulla base dei rapporti di potere basati sul genere e sulle relative proiezioni sociali e politiche.
Il nuovo femminismo radicale, rappresentato ai suoi esordi dal gruppo delle Redstockings(1] il 7 luglio 1969 lanciò il suo manifesto a New York (Redstockings Manifesto, 1969, pp. 126-127): «Le donne sono una classe oppressa. La nostra oppressione è totale e riguarda ogni aspetto della nostra vita. Siamo sfruttate come oggetti sessuali e di riproduzione, come personale domestico e come manodopera a basso costo. Siamo considerate esseri inferiori, il cui unico scopo è quello di migliorare la vita degli uomini. La nostra umanità è negata. Il nostro comportamento ci viene prescritto e imposto con la minaccia della violenza fisica»[2].
Il moderno femminismo italiano, invece, nasce con la contestazione studentesca: