SPECIALE INTERSEZIONALITÁ - Note per una lettura in chiave multiculturale delle questioni omosessuali
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- Pubblicato: Martedì, 17 Maggio 2016 20:39
- Scritto da Carmine Urciuoli
Da poco in edizione economica il bel volume dello storico Edward James sui “barbari” in Europa, come furono chiamati i popoli di etnìa differente, per i greci incapaci di parlare la propria lingua, e così poi definiti dai romani come esterni alla (propria) civiltà. Il termine ha assunto nel tempo carattere spregiativo tanto che le “Völkerwanderungen”, le migrazioni di massa della prima era cristiana, sono riportate ancora oggi sui testi scolastici come «invasioni barbariche». Se James sottolinea l’importanza di queste genti nella costruzione di un’Europa da sempre multietnica, oggi multiculturale, con lui introduciamo questo articolo che tratta di nuovi “popoli” che emergono all’interno delle civiltà moderne rafforzando determinati valori, concetti, relazioni – i costituenti della cultura per Goodenough (1981) - di libertà, eguaglianza, solidarietà, la cui maturazione in seno alla società che li ha incubati ha reso possibile la loro stessa nascita.
Le società multiculturali vengono immmaginate nella prima metà del secolo scorso, in paesi dove forti erano gli scontri razziali e etnici, perché mèta di flussi migratori o per le politiche colonialiste. “Multiculturalità” è un termine che inizia a circolare negli anni ’60 ed è presente nel periodo della contestazione giovanile, nel dibattito politico ed intellettuale americano come rivendicazione di pari dignità e peso sociale per le diverse identità socio-culturali. Entra più tardi in quello Italiano dove la contestazione concentra i suoi attacchi contro le principali istituzioni della società (famiglia, scuola, chiesa, impresa) (Cesareo, 1990). Negli Stati Uniti le questioni di genere, non solo femministe, sono innestate dentro i movimenti di contestazione, rafforzando politicamente tra gli altri il movimento di liberazione omosessuale, che si radicherà e riporterà le prime conquiste. Simbolica la fondazione nel 1981 del “ONE Institute”, primo istituto di alta formazione accademica sulle questioni omosessuali.