Freschi di stampa. Genere e linguaggio. I segni dell'uguaglianza e della diversità

“Parole, soltanto parole, parole tra noi” cantava Mina ad Alberto Lupo nel 1972, descrivendo il punto di vista di una donna orgogliosa su una relazione ormai sulla via del tramonto. Le parole sono lo strumento di comunicazione per eccellenza. Nell’ottica degli studi di genere non si può prescindere dal considerare l'importanza del linguaggio poiché esso rappresenta un punto cardine nella costruzione e nella rappresentazione dei generi e degli orientamenti sessuali, tuttavia la sua importanza non trova un giusto riconoscimento accademico. Il volume Genere e linguaggio. I segni dell'uguaglianza e della diversità ( Franco Angeli, 2015) a cura di Fabio Corbisiero, Piero Maturi, ed Elisabetta Ruspini esplora la relazione tra i cambiamenti socio-culturali e l’evoluzione degli usi linguistici, utilizzando un approccio che unisce studi sociologici e linguistici.

Il volume sviscera a fondo questa relazione così complessa e sfaccettata, esponendo con chiarezza e lucidità i suoi vari aspetti. I capitoli che compongono il volume sono a firma di Anna Maria Thornton, Miriam Voghera e Debora Vena, Pietro Maturi, Claudia Santoni, Alessandra Decataldo, Fabio Corbisiero, Cirus Rinaldi, Ignazia Bartholini ed Emanuela Abbatecola. L’analisi esposta scaturisce da un assunto di base che vede nelle parole uno strumento ambivalente, utilizzabile sia per rafforzare le discriminazioni di genere e di orientamento sessuale, sia per la lotta all’emarginazione. L’evoluzione ed il cambiamento del contesto sociale sembrano non aver modificato usi linguistici discriminatori, i quali rimangono ancora portatori di disuguaglianza. Secondo gli autori le parole possono contribuire al rafforzamento della concezione di ciò che è maschile e ciò che è femminile all’interno della società producendo, così, disuguaglianza. I saggi contenuti nel volume ampliano le considerazioni di base e si concentrano, tra gli altri, su specifici usi linguistici come , ad esempio, l'utilizzo neutro del maschile per la designazione delle donne; il ricorso ad un modello che associa gli uomini e le donne omosessuali al genere opposto al proprio ed il sessismo e la violenza verbale perpetrati nei confronti delle donne. Questi usi linguistici sono discriminatori e sessisti e caratterizzano ancora il contesto sociale. Il volume coglie pienamente tutte le implicazioni scaturite dall’impiego di queste scelte linguistiche e spiega la loro evoluzione e le motivazioni del loro utilizzo nella comunicazione tra i parlanti, avvalendosi di numerosi esempi e mirando a colmare una lacuna accademica; ponendosi come lettura consigliata ai fini della comprensione di quanto pratiche percepite come innocue o inconsapevoli possano, in realtà, diventare lesive per la persona.