Pride 2016: un pianeta rainbow

Molti pensano al Gay Pride esclusivamente come ad un momento di festa, una parata colorata e, talvolta, sopra le righe. In realtà, ciò non sempre è vero. Ci sono contesti, come quello spagnolo, in cui la comunità LGBT celebra il proprio orgoglio, per festeggiare quell’uguaglianza sociale conquistata a fatica.

Concerti, sfilate di carri e laboratori costituiscono certamente il volto più noto della manifestazione, che in Spagna si configura come un insieme di eventi che hanno luogo ogni anno a Madrid dal 28 giugno al 3 luglio (insieme alle marce che sono organizzate in altre città del Paese, come Siviglia, Barcellona, Bilbao e Palma de Mallorca). Tuttavia, nonostante lo spirito ludico e divertente, il Pride spagnolo si configura anche come un momento per sostenere le rivendicazioni della comunità LGBT dentro e fuori il contesto nazionale.

Ciò che è importante sottolineare, però, è che nei Paesi in cui ai cittadini omosessuali non è riconosciuta la piena cittadinanza sociale - in quanto non godono degli stessi diritti delle persone eterosessuali - il Gay Pride è anche un mezzo di cui si serve la comunità LGBT per far sentire pubblicamente la propria voce.

Lo scorso 14 maggio a Cuba, ad esempio, la comunità omosessuale ha manifestato sul lungomare dell’Avana per chiedere le unioni civili per le coppie composte da partner dello stesso sesso. Allo stesso modo, il 17 maggio si è svolto, in occasione della giornata mondiale contro l’omo-transfobia, per la prima volta nella storia del Paese, il Gay Pride in Kosovo, durante il quale i manifestanti hanno richiesto a gran voce il matrimonio egualitario al Governo. Ed ancora, il 29 maggio 2 milioni di persone hanno preso parte al Pride di San Paolo, in Brasile, chiedendo più diritti per le persone transgender, troppo spesso vittime di omo-transfobia.

 

Questi sono soltanto alcuni dei casi che testimoniano come le marce dell’orgoglio gay siano uno strumento finalizzato a portare all’attenzione dell’opinione pubblica, ma soprattutto della classe politica, le istanze delle persone gay, lesbiche, bisessuali e trans*.

Per quanto riguarda l’Italia, mai come quest’anno la manifestazione, il cui slogan è “Diritti alla meta, diritti alla felicità”, ha un’anima doppia: da un lato essa si configura, infatti, come un’occasione per festeggiare i “nuovi” diritti che da pochissimo sono stati concessi alla comunità omosessuale italiana, mediante l’approvazione in Parlamento del testo di legge sulle unioni civili; al tempo stesso, però, l’Onda Pride (la rete di Pride nata nel 2013) continua ad essere uno strumento per rivendicare una sempre maggiore inclusione sociale, mirando al matrimonio egualitario e alla legge contro l’omo-transfobia, istituti presenti in molti dei Paesi più progressisti d’Europa, da anni richiesti anche nel nostro Paese.

La prima tappa dell’Onda Pride 2016 ha avuto luogo a Napoli sabato 28 maggio 2016 ed ha visto la partecipazione di centinaia di cittadini. Il Mediterranean Gay Pride of Naples, a differenza degli scorsi anni, non si è svolto lungo le strade del centro storico, ma a Bagnoli, quartiere periferico della città, per rilanciare una zona che ha bisogno di essere riscattata. L’onda arcobaleno continuerà ad attraversare l’Italia durante l’estate (l’ultima giornata avrà luogo il 19 agosto), mediante altri 20 Pride cittadini e regionali che avranno vita lungo tutta la penisola.