Onda Pride 2016 per una politica meno grigia e più arcobaleno

Sono 21  le città italiane  dal nord al sud che quest’anno hanno aderito al progetto comune dell’Onda Pride 2016. Le strade di  Napoli, Roma, Pavia, Treviso, Firenze, Genova, Palermo, Varese, Milano, Caserta, Bologna, Perugia, Latina, Cagliari, Catania, Taranto, Torino, Siracusa, Gallipoli, Rimini e Catania, si sono tinte dei colori dell’arcobaleno in difesa dei diritti e delle rivendicazioni di uguaglianza delle comunità Lgbt, troppo spesso messa ai margini e che ancora oggi lotta con coraggio contro ogni forma di discriminazione. Disparità che non si fermano a legge ottenuta, ma che si contrasta con l’attivismo, il coinvolgimento sociale, la divulgazione delle informazioni nei luoghi dove si forma il pensiero critico di ogni individuo. C’è bisogno della diffusione di una cultura delle differenze affinché non si sentano  più le parole d’odio, non si compiano violenze e non si finga indifferenza, affinché ci sia inclusione, affetto reciproco ed uguaglianza sociale.

 

Cortei rainbow che oggi scendono in piazza con la consapevolezza di aver ottenuto una legge sulle unioni civili, che rappresenta un innegabile passo avanti, ma di cui non ci si accontenta perché considerato un diritto incompleto e ormai già “vecchio” rispetto al panorama europeo. L’Onda Pride  è sempre più un forte segnale di scontro contro i pregiudizi, la violenza, l’odio e l’ignoranza che circondano gay, lesbiche e transgender. È in questo momento, con dibattiti e iniziative pubbliche, che la comunità lgbt deve avanzare le giustissime richieste di riconoscimento dei diritti ancora negati. Un momento contingente alle amministrative 2016,  che ha mosso da nord a sud  molte personalità del circuito associativo e\o appartenenti al mondo rainbow, decise a portare le istanze della comunità lgbt all’interno dei programmi politici dei candidati a sindaco di diverse città italiane come Torino, Milano, Bologna,Trieste, Roma, Napoli. Mai come quest’anno si sono registrate così tante candidature arcobaleno che danno voce e visibilità alle questioni lgbt.

Rappresenta un chiaro sintomo di partecipazione attiva ai processi politici, che permettono l’inserimento della “questione omosessuale” nella discussione pubblica,  rompendo con un passato di intolleranza ed esclusione. Nonostante si tratta di un chiaro esercizio di democrazia, si sa, non è tutto oro ciò che luccica e la politica è pur sempre un compromesso. Se a Napoli, il Mediterranean Pride si è aperto con in testa al corteo il candidato (poi riconfermato sindaco) Luigi De Magistris affianco ai principali rappresentanti della comunità lgbt partenopea,  dichiarando apertamente di far di Napoli la città degli uomini, delle donne, dei gay, dei trans e di ogni altra persona libera, a Roma in piena campagna elettorale, nell’agenda politica della candidata a sindaco Virgina Raggi del movimento cinque stelle, i diritti lgbt vengono cancellati, schivando la lotta all’omofobia e transfobia dichiaratamente promessa  e limitandosi a sottoscrivere il  sostegno della “tolleranza nei confronti delle diversità”. Una caduta intellettuale che fa pensare a come  alcuni movimenti politici evitano la questione per paura di perdere il consenso e che probabilmente il tema dei diritti civili possa tornare utile solo nel momento del bisogno, per recuperare spazi mediatici senza dispendio di risorse. Ma la vita di ogni cittadino merita rispetto e merita tutta la dovuta attenzione, perché la negazione di diritti e  della dignità umana è una ferità per tutta la comunità nazionale. Tuttavia la sinergia tra politiche pubbliche e l’associazionismo locale sta decisamente portando sulla strada giusta, che ad oggi ruota sostanzialmente intorno ai comuni virtuosi come Napoli, portatori delle cosiddette politiche arcobaleno, ma che da soli non possono colmare il deficit normativo che c’è ancora in Italia. È compito delle istituzioni e della politica tutelare tutti i cittadini indistintamente e di rivendicarne la parità e l'uguaglianza. È’ dovere delle istituzioni e della politica garantire diritti e coesione sociale, attraverso  azioni concrete atte al  contrasto delle discriminazioni fondate sul genere e sull’orientamento sessuale, basando tali attività sul principio che tutti i cittadini europei in quanto tali hanno lo stesso valore e dignità umana.

Nella foto (Sky 2016) l'ex sindaco Pisapia e il neo sindaco Sala di Milano sfilano insieme al Pride di Milano.