A proposito di donne. Il lesbo-femminismo in 1500 parole

Il movimento femminista è venuto alla ribalta internazionale negli anni Sessanta del Novecento, con l'intento di modificare radicalmente la divisione sessuale dei ruoli femminili e maschili, quindi di rimettere in discussione, in tutti gli aspetti del vivere associato, una gerarchizzazione umana che riteneva gli individui di maggiore o minore valore sulla base dei rapporti di potere basati sul genere e sulle relative proiezioni sociali e politiche.

Il nuovo femminismo radicale, rappresentato ai suoi esordi dal gruppo delle Redstockings(1] il 7 luglio 1969 lanciò il suo manifesto a New York (Redstockings Manifesto, 1969, pp. 126-127): «Le donne sono una classe oppressa. La nostra oppressione è totale e riguarda ogni aspetto della nostra vita. Siamo sfruttate come oggetti sessuali e di riproduzione, come personale domestico e come manodopera a basso costo. Siamo considerate esseri inferiori, il cui unico scopo è quello di migliorare la vita degli uomini. La nostra umanità è negata. Il nostro comportamento ci viene prescritto e imposto con la minaccia della violenza fisica»[2].

Il moderno femminismo italiano, invece, nasce con la contestazione studentesca:

a Trento si costituisce il circolo “Lotta femminista” e un collettivo di cinque donne pubblica nel 1972 un libro, La coscienza di sfruttata, che analizza la questione femminile da un punto di vista marxista: nella società capitalistica la donna è sfruttata due volte, sia come lavoratrice sia nel suo rapporto con l'uomo.

Nel 1969 si costituiscono il Fronte italiano di liberazione femminile (FILF) e il Movimento per la liberazione della donna (MLD), espressione del Partito radicale, che avanza richieste concrete: istituzione del divorzio, informazione sui metodi anticoncezionali, legalizzazione dell'aborto, creazione di asili nido.

Il movimento delle donne è l’ultimo movimento politico in ordine temporale a diventare visibile sulla scena politica e sociale, ma quello destinato a lasciare sul lungo periodo maggiormente il segno nella società, nei comportamenti, nei costumi, nelle mentalità, nel modo di relazionarsi tra le persone.

Ma è a partire dal 1970 che si assiste, in tutta Italia, ad una vera e propria fioritura di gruppi e collettivi di sole donne molto diversi tra loro, soprattutto per quanto riguarda i riferimenti culturali ed ideologici cui si rifacevano.

Quando nel 1970 fu diffuso il Manifesto di “Rivolta femminile”, si avviò un meccanismo per il quale si pensò di poter partire dal punto più lontano della politica, il corpo e la sessualità, e mettere in discussione tutto l’impianto su cui poggiava la civiltà, con le sue istituzioni e i suoi saperi. Attraverso la riflessione di Carla Lonzi, e le tante altre che contribuirono al dibattito collettivo, il femminismo riuscì nel tentativo di immettere qualcosa di nuovo sulla scena politica: il “partire da sé” da tema politico divenne modo di fare politica.

Da subito le donne iniziano ad occupare pubblicamente lo spazio con il proprio corpo. Nel 1971, il collettivo Lotta femminista di Roma, chiamò le donne a scendere in piazza in occasione della Giornata internazionale per l’abrogazione delle leggi proibitive dell’aborto. Negli incontri serali e clandestini delle femministe maturò l’organizzazione della manifestazione dell’8 marzo 1972 a Roma. A manifestare vi erano donne nate in prevalenza negli anni Quaranta, non chiedevano genericamente diritti, chiedevano specificamente diritti per sé.

La presa di parola, prevalente in una prima fase, si accompagnò, quasi immediatamente, ad un’altra pratica, quella della scoperta e della conoscenza concreta del proprio corpo, attraverso il dialogo e il confronto con le altre donne.

In pochissimi anni il femminismo ebbe una grande diffusione coinvolgendo, attraverso occasioni e incontri, molte donne provenienti da storie differenti.

Gli anni di massima visibilità, quelli che vanno dal ‘74 al ‘77, furono contemporaneamente quelli delle prime crisi dei gruppi di autocoscienza, di allontanamenti e di nuovi differenti inizi.

Emergevano sempre più nettamente le differenze interne ai gruppi di donne e si faceva sempre più evidente, anche nello spazio pubblico, l'impossibilità di una tanto ideale quanto impossibile sorellanza fondante le relazioni e le azioni delle donne. Nella metà degli anni Settanta, in concomitanza con il movimento femminista, si comincia a parlare di lesbofemminismo cosciente.

Il movimento lesbico è fondamentalmente contro la società patriarcale e maschilista e il suo modello riduttivo della sessualità vista come solo rapporto a scopo riproduttivo uomo/donna.

Dagli anni Settanta in poi si parla di lesbismo come di un fatto politico, non più come di un fatto personale. Riguarda l’esistenza di molte donne che si trovano a sperimentare, in modo più “libero”, nuovi modi di intendere le relazioni.

Tale contestazione viene resa pubblica nel 1974 con la pubblicazione di FUORI! (Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano), un giornale in cui si potevano trovare racconti a tematica lesbica e dibattiti tra donne con i vari collettivi femministi italiani.

Nel ’78-’79 molte donne facenti parte del movimento femminista si associarono al movimento del lesbismo definendosi lesbiche femministe.

In molti documenti viene ribadito il concetto di non voler creare separazioni tra donne contro la lotta al potere patriarcale. Il movimento lesbico sostenne alcune battaglie femministe come l’aborto e il divorzio, battaglie che non interessavano in particolar modo il movimento lesbico.

D’altro canto il concetto di autocoscienza è molto forte nel movimento femminista, per cui, conoscere la propria sessualità equivale a slegarsi dalla ruolizzazione maschio/femmina. La rivoluzione sessuale equivale alla distruzione del patriarcato e quindi alla liberazione. Il femminismo deve essere concepito a prescindere dalla relazione con il maschio. Nel 1977 nascono i primi collettivi esclusivamente lesbici come “Rifiutare”, “Donne Omosessuali”, “Brigate di Saffo”, “Artemide” e “Identità negata”.

Tra il ’78 e il ’79 però vi è una rottura tra il movimento lesbico e il movimento femminista, poiché il movimento femminista faceva fatica a contenere tutte le variegate forme che da esso erano sorte, intanto il movimento lesbico cresceva comunque autonomamente.

Negli anni Ottanta nasce a Palermo l’ARCI Gay, un’associazione di promozione sociale a livello nazionale per tutelare i diritti della popolazione Lgbt.

Nel 1994, durante il congresso di Rimini, cambia il suo nome in "Arcigay Arcilesbica", e prevede una quota di genere negli organi dirigenti pari al 50%.

Durante il congresso di Rimini del 1996 (il VII congresso di Arcigay) l'associazione si divide in Arcigay e Arcilesbica, sancendo la nascita della più grande organizzazione lesbica italiana. Da questo momento l’Arcilesbica partecipa ai vari congressi nazionali come Associazione autonoma.

La scissione dell’associazione “Arcigay Arcilesbica” nasce, altre che per desiderio di autonomia, anche per una mancanza di identificazione e di condivisione di interessi tra gay e lesbiche. Molti studiosi europei, basandosi sulla teoria dell’inversione sessuale o del terzo sesso, ritenevano fino agli ultimi decenni dell’Ottocento che fra gay e lesbiche vi fossero forti somiglianze, perché i primi sarebbero uomini effemminati, le seconde donne mascolinizzate. Ma questa idea non corrisponde assolutamente alla realtà. Sia che si analizzi il processo di acquisizione dell’identità, sia che si consideri quanto avviene dopo, ci si accorge che, per quanto riguarda la sessualità, le differenze di genere sono più importanti di quelle di orientamento sessuale e di identità di genere, ossia che gay e lesbiche sono tanto diversi fra loro quanto i maschi e le femmine eterosessuali.

Alcune ricerche (Barbagli, Colombo 2001) hanno posto in evidenza le differenze tra i due orientamenti sessuali. Ad esempio: il desiderio omoerotico assume un’intensità diversa nei gay e nelle lesbiche. I primi provano attrazione per persone dello stesso sesso più precocemente delle seconde, cosi come hanno prima un rapporto genitale. Alle lesbiche succede più spesso che ai gay di definirsi omosessuali prima di avere un rapporto genitale con una persona dello stesso sesso. I gay danno maggiore importanza all’attività sessuale in quanto tale, alla ricerca dell’avventura, all’aspetto fisico del partner. Le lesbiche sono invece più sensibili all’amore, all’intimità, alla tenerezza, all’attaccamento, al formarsi di legami di coppia. Per i primi è più facile avere rapporti sessuali con altri uomini, che innamorarsi di loro. Alle seconde capita invece più spesso di innamorarsi di altre donne, che di avere rapporti sessuali con loro[3]. Tutto questo risulta chiaramente dalla scelta del primo partner. Mentre il primo rapporto dei gay ha un carattere prevalentemente fisico e genitale, quello delle lesbiche è di solito romantico e sentimentale[4]. Uomini e donne hanno anche un diverso grado di fluidità erotica. In primo luogo le lesbiche hanno avuto rapporti eterosessuali più frequentemente dei gay. È una differenza che risulta in tutte le ricerche condotte nell’ultimo mezzo secolo in più paesi europei. In secondo luogo, le prime hanno avuto più spesso dei secondi un rapporto eterosessuale prima di quello omosessuale. In terzo luogo, nella popolazione non eterosessuale, la quota di chi si definisce bisessuale è fra le donne più che doppia di quella fra gli uomini. Questi fatti importanti giustificano l’affermazione che l’orientamento sessuale delle donne è più fluido di quello degli uomini.

 

[1] Il nome Redstockings “calze rosse” fa riferimento al circolo intellettuale femminile delle Blustockings “calze blu”, sorto nel Settecento in Inghilterra.

[2] Redstockings Manifesto, in AA. VV., The Vintage Book of Feminism, 1995

[3] Weimberg, M.S. et al. Becoming and being “bisexual” in E.J. Haeberle e R. Gindorf (a cura di) Bisexualities. The ideology and practice of sexual contact with both men and woman, New York, Continuum, 1998

[4] Monteflores, C, Shultz, S.J., Coming out: Similarites and differences for lesbian and gay men, in «Journal of Social Issues», 1978